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Io coltivo

Un passo alla Svolta

In Italia 100.000 persone ogni anno coltivano cannabis e lo fanno per non finanziare le mafie e per avere una sostanza sicura e di qualità maggiore. Una legge può cambiare la loro vita e anche la tua! #ColtiviamoLibertà

Firma anche tu per la coltivazione coltivazione domestica
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Al Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

Ai Capigruppo in Commissione

A tutti i membri della Commissione

Gentili Onorevoli,

in questi mesi abbiamo seguito con attenzione i lavori della Commissione Giustizia relativamente alle proposte di legge di modifica dell’articolo 73 del Testo unico stupefacenti: quella per l’introduzione di pene di più lieve entità e per decriminalizzare la condotta della coltivazione domestica a prima firma Riccardo Magi (C.2307) e quella della Lega, di segno opposto, a prima firma Riccardo Molinari (C.2160). 

Crediamo che, anche in questo momento, sia importante tenere aperto il dibattito sul tema della cannabis: perché riguarda l’economia, la salute, la possibilità di impresa, la giustizia e la lotta alle mafie. Non è un caso che solo poche settimane fa la Camera dei Rappresentanti degli Stati uniti ha approvato una proposta di legge per decriminalizzare la cannabis a livello federale

Com’è noto, nel dicembre del 2019 le Sezioni unite della Corte di cassazione hanno stabilito che non costituisce reato la coltivazione domestica di cannabis che “per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaia destinata all’uso personale”. Un pronunciamento perfettamente in linea con gli intenti della proposta di legge C.2307. 

Molti tra gli esperti chiamati in Audizione nella Commissione hanno infatti messo in rilievo gli aspetti positivi, soprattutto in termini di lotta alla criminalità e di minore pressione sulle forze dell’ordine e sul sistema della giustizia, che deriverebbero da iniziative di decriminalizzazione della coltivazione e di introduzione di reati di lieve entità. Lo stesso Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho ha affermato che “la coltivazione ad uso personale ridurrebbe la necessità per il consumatore di droghe leggere di rivolgersi alla manovalanza criminale, togliendo alla criminalità organizzata una fetta di mercato”. Al contrario, tutti gli auditi hanno sollevato preoccupazioni rispetto al disegno di legge Molinari e alle prospettive di uno scenario in cui le sanzioni sarebbero inasprite. 

Il recente cambio della maggioranza di Governo richiede di indicare a quali proposte legislative dare priorità, e speriamo che – soprattutto  i Capigruppo – indichino il ddl 2307 tra queste.  E ci auguriamo che possa iniziare subito una discussione su un testo base che tenga conto del parere degli esperti, che dunque risulti migliorativo della proposta Magi e accantoni quella Molinari. 

Le conseguenze concrete sarebbero: consentire a chi consuma di non rivolgersi alla criminalità organizzata, potendo coltivare in casa propria; svuotare le carceri dalle persone che necessitano di un trattamento per la propria dipendenza; liberare forze dell’ordine e tribunali da inutili procedimenti; separare il mercato delle droghe leggere da quello delle droghe pesanti, permettere anche a chi fa un uso terapeutico di potersi curare

Per queste ragioni vi chiediamo di fare tutto quanto possibile nelle vostre facoltà per arrivare quanto prima a un voto della Commissione Giustizia della Camera così che l’iter legislativo possa arrivare a conclusione. È l’unica occasione concreta che abbiamo in questa Legislatura per fare un passo in avanti su questo tema.

Un passo alla svolta.

Grazie per la vostra attenzione.


Matteo e Antonella raccontano perché la decriminalizzazione dell’autocoltivazione è un vero e proprio passo… alla svolta!

consentire ai consumatori di non rivolgersi alla criminalità, liberare forze dell’ordine e tribunali da inutili procedimenti, separare il mercato della cannabis dalla altre sostanze stupefacenti e permettere anche a chi non riesce a ottenere la terapeutica di potersi curare.